Abruzzo si mobilita per salvare la forestale
Di seguito la Rassegna stampa
Abruzzesi mobilitati per salvare la Forestale
Salviamo la Forestale. In Abruzzo appello comune in difesa del Corpo Forestale dello Stato. Oltre 150 adesioni e 100 sindaci a Pescara da tutta la regione.
IlCapoluogo.it
L'Abruzzo si mobilita per la «tutela dell'ambiente e della legalità» e lancia un appello comune in difesa del Corpo forestale dello Stato e contro il disegno di legge sulla "Riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche" in discussione al Senato.
L'appello, promosso dal deputato Giulio Sottanelli (Sc), ha ottenuto, nel giro di due giorni oltre 150 adesioni, dai parlamentari alla Regione, dal Consiglio regionale a decine
di Comuni, dai Parchi nazionali alle associazioni ambientaliste. Un'adesione massiccia alla mobilitazione, confermata anche stamani nel corso di un incontro nella sede della Provincia di Pescara, a cui, in una sala gremita, hanno preso parte cento rappresentanti di altrettanti Comuni con fascia tricolore, a partire dalle quattro città capoluogo dell'Abruzzo, esponenti della politica locale e regionale e del mondo ambientalista, assieme ai sindacati della forestale e a tanti agenti del Cfs non in divisa.
Secondo il deputato «è in gioco la professionalità che in tanti anni di storia ha difeso e presidiato i nostri territori. E' importante presidiare un territorio ferito, interessato
sempre più spesso dal dissesto idrogeologico; è importante l'azione svolta per la filiera del made in Italy, mentre si assiste sempre più spesso a contraffazioni di ogni genere. E' fondamentale l'azione svolta dal Cfs sia d'inverno che d'estate».
Presente in sala anche il comandante regionale della Forestale, Ciro Lungo: «Da cittadino - ha detto, sottolineando di essere in ferie - auspico che il Cfs rimanga, perché ci sia qualcuno che vigili affinché mio figlio non prenda malattie, affinché io mangi alimenti sani e affinché non ci siano disastri ambientali. La mia speranza, da cittadino, è che un giorno ci sia il Corpo forestale dello Stato».
All'incontro hanno preso parte, tra gli altri, il presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco, l'assessore regionale all'Ambiente Mario Mazzocca, quello ad Agricoltura, Caccia e Pesca Dino Pepe, primo firmatario dell'appello, i deputati Gianni Melilla (Sel) e Paolo Tancredi (Ncd) e il consigliere nazionale del Wwf Dante Caserta, oltre a sindaci, consiglieri comunali e regionali.
Nell'appello si sottolinea che il disegno di legge 1577 "Riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche" rischia di annientare «l'unico corpo di polizia a caratterizzazione ambientale e dedicato alla tutela del territorio». Un Corpo che, in Abruzzo, conta 71 stazioni e 316 unità operanti in tutta la regione.
Il Cfs nel 2014 ha portato a termine 61.524 controlli accertando 512 reati ambientali e 1.791 illeciti amministrativi per sanzioni pari a oltre due milioni di euro. L'azione della forestale, in Abruzzo, viene ricordato nell'appello, si è distinta anche per l'azione di repressione degli incendi boschivi, passati dai 288 del 2012 ai 47 del 2014.
«La soppressione - si legge ancora - rappresenterebbe per l'Abruzzo, 'Regione verde d'Europa' per la presenza di ben quattro Parchi nazionali e numerose aree protette e di interesse ambientale e paesaggistico, la grave messa a rischio dello stato di tutela dell'ambiente, dell'agricoltura e del territorio naturale, con conseguenti costi sociali ed economici immediati. Rappresenterebbe la perdita di quel ruolo di sapiente cura del rapporto cittadino-ambiente-agricoltura e della continua azione 'di prossimità'».
La mobilitazione non vuole rappresentare un 'no' secco alla riorganizzazione. «Riteniamo che gli accorpamenti vadano fatti - dice Sottanelli - ma in modo razionale. Vogliamo che il Cfs venga riorganizzato, eliminando aree di sovrapposizione con altri corpi dello Stato, e rafforzato anche attraverso l'assorbimento di personale proveniente da altre pubbliche amministrazioni. Chiediamo che venga preso in considerazione l'accorpamento con le Polizie
provinciali e con i Corpi forestali delle Regioni e Province a statuto speciale, per la creazione di un unico Corpo forestale nazionale con un organico all'altezza delle funzioni e delle attività svolte».
Cfs soppresso? Gravi conseguenze per l'Ambiente»
L'assessore all'Ambiente del Comune di Avezzano, Presutti: «La cancellazione del Corpo Forestale Statale rappresenta un vero proprio regalo a ecomafie e a inquinatori ambientali».
«Il Governo torni indietro sulla soppressione del Corpo Forestale dello Stato» così l'assessore all'Ambiente del comune di Avezzano, Crescenzo Presutti.
L'annunciata intenzione del governo Renzi di sopprimere il Corpo Forestale dello Stato, ribadita con l'approvazione del DDL del ministro Madia da parte della Commissione Affari Costituzionali, «comporterà gravissime conseguenze sul fronte della tutela ambientale».
«La cancellazione del Corpo Forestale Statale, che attualmente gestisce 130 riserve naturali tra le più importanti in Italia (Il Parco Nazionale d'Abruzzo, la foresta di San Antonio e Vallombrosa, l'Abetone, la Foresta di Tarvisio solo per citarne alcune), rappresenta un vero proprio regalo alle ecomafie e agli inquinatori ambientali - aggiunge Presutti -. In tutti questi anni la Polizia Forestale è stata di particolare aiuto ai magistrati che sono impegnati nelle inchieste sul traffico illecito di rifiuti. Grazie alla presenza degli uomini della Forestale, e alla loro profonda conoscenza del territorio, è stato possibile evitare numerosi disastri ambientali. Quasi due secoli di storia di un Corpo umile e silenzioso, impegnato con professionalità nella salvaguardia dell'ambiente, vengono spazzati via da un disegno di legge non condivisibile, il quale non porterà ad alcun reale risparmio in termini economici. I dipendenti del corpo, infatti, verranno riuniti alla Polizia Statale. Piuttosto si corre il serio rischio di perdere importantissime competenze e conoscenze specifiche legate al territorio e all'ambiente.
da " abruzzoweb"
SOPPRESSIONE FORESTALE: FORZA ITALIA A D'ALFONSO, ''E' RISORSA FONDAMENTALE''
L'AQUILA - "Questa regione non può perdere il suo Corpo più importante".
L'Abruzzo si mobilita contro la scomparsa della Forestale, prevista dopo il parere positivo della commissione Affari costituzionali del Senato sulla riorganizzazione del Corpo e sul suo assorbimento nelle altre forze di polizia.
"Si tratta di una risorsa essenziale per una regione di parchi e riserve, soprattutto contro chi ne abusa. Questo riordino rappresenta una perdita di sovranità e peculiarità specifiche che ha solo il Corpo Forestale", afferma ad AbruzzoWeb il consigliere regionale di Forza Italia Emilio Iampieri che ha presentato insieme al collega forzista Mauro Febbo una risoluzione a difesa delle funzioni del Corpo, che sarà discussa in occasione del Consiglio regionale del 7 aprile.
Febbo annuncia una levata di scudi nazionale, che coinvolgerà anche l'Abruzzo. "Ho parlato con alcuni colleghi delle Marche e dell'Umbria - prosegue - Tutti condividono le nostre stesse posizioni. La nostra risoluzione anticipa il parere negativo che, auspico, il presidente D'Alfonso esprimerà sull'argomento, in occasione della prossima conferenza Stato-Regioni".
"Mi auguro che questa riorganizzazione sarà scongiurata - prosegue Iampieri - L'Abruzzo ha investito sul turismo verde e sulle sue risorse naturali e la loro tutela è la cosa più importante".
Il Corpo Forestale dello Stato in Abruzzo è stato impegnato in questi anni in numerose operazioni di polizia giudiziaria come la maxi inchiesta sui crolli del terremoto del 6 aprile 2009 e la più recente sui balconi crollati nei nuovi quartieri di alloggi provvisori del progetto C.a.s.e. nella città dell'Aquila.
"Il Corpo non svolge solo controllo e prevenzione sul territorio, ma anche controlli agroalimentari importantissimi anche per la tutela del made in Abruzzo - rincara Febbo, da ex assessore all'Agricoltura - Verranno distolti da questi servizi fondamentali per farne altri e questo è inaccettabile".
"Vorremmo un rafforzamento del Corpo che è vitale per una regione verde come l'Abruzzo, non di certo un taglio - conclude - Per questo ci opporremo fino alla fine. Abbiamo già fatto una risoluzione a difesa del Corpo sei mesi fa, poi l'allarme rientrò. Ora torna di nuovo di attualità e noi siamo qui per scongiurare questo epilogo". Marianna Galeota